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Intervista allo scrittore Francesco De Salvo

Intervista allo scrittore Francesco De Salvo

Qual è stata la fonte di ispirazione principale per iniziare a scrivere libri per ragazzi?

Dopo un paio di libri per adulti, di cui uno con un buon successo edito nel 2006, è arrivato Emanuele.

Correva il 2009, ed Ema si è catapultato nelle nostre vite come un ciclone.

Mia moglie (donna incredibile!) ed io avevamo svolto tutte le azioni utili per costruire un futuro (la casa, il mutuo, un lavoro), ed era tempo di pensare alla cosa più importante: un figlio.

E così Emanuele ci ha raggiunti, in una bella e fresca mattinata di prima estate.

All’inizio è apparso tutto semplice e solare ma poi, dopo circa un anno e mezzo, Emanuele ha cominciato a star male, molto male, e abbiamo scoperto che soffriva di diabete mellito.

In quel momento è iniziata una lunga battaglia, che non ci ha più abbandonati. Ricordiamo con infinito affetto i medici e tutto lo staff del San Raffaele di Milano, del reparto diabetologia infantile, senza i quali oggi Ema non sarebbe ciò che è diventato.

Era notte fonda e ricordo un giovane medico (A.R.) che, accortosi di Emanuele in fin di vita, posò il suo zainetto, dopo dodici ore di lavoro, e salvò la vita del nostro ragazzo nelle dodici ore successive, non badando alla sua stanchezza e facendo si che la sua umanità prevalesse. Tenne fede al giuramento di Ippocrate, dimostrando sul campo quanto di vero ci sia in questa filosofia. Questi sono i valori con i quali i nostri ragazzi sono cresciuti, e che hanno fatto sì che Emanuele diventasse Ema FoL, full of Life. Dal giorno del suo risveglio, Ema ha dimostrato una nuova e infinita energia.

Per i genitori crescere un figlio, con le sue gioie e difficoltà, rende molto più sensibili e attenti agli altri.

E così decisi di cominciare a valutare l’efficacia della mia comunicazione verso nostro figlio, arricchendola di giorno in giorno grazie all’umanità diffusa intorno a noi, con lo scopo di vederlo crescere forte e resiliente.

Il passo successivo fu di mettere su carta questa umanità, e dar vita ad una saga letteraria.

Da questa ricerca dell’efficacia del linguaggio e della fantasia consolatoria, sono nati i dieci appuntamenti de “Le Avventure di Ema FoL”.

Come affronta la sfida di creare personaggi adolescenti autentici e coinvolgenti nei suoi libri?

La sfida è grande. Ho pensato di creare un gruppo nel quale la diversità e l’inclusione potessero essere le due virtù capaci di guidare le avventure.

Sono sempre stato un grande osservatore e ho sempre amato studiare le interazioni di mio figlio con i suoi amici, e non solo.

Questo spirito mi ha condotto nella costruzione di cinque personaggi che raccolgono gli elementi più interessanti dei ragazzi che circondano i nostri figli, esasperandone le caratteristiche, ma sempre con un passo realistico.

Ho scelto di creare i personaggi seguendo il concetto secondo il quale ciò che meglio comunica non è la caratteristica migliore, ma quella più affine al momento che si sta raccontando.

Ad esempio, non è necessario che i protagonisti siano belli e colti, ma è invece indispensabile che siano etici e pieni di vita (full of life?).

Questo motiva il lettore, perché crea identità sociale o, in questo caso, letteraria.

Quali sono i temi o messaggi che cerca di trasmettere ai giovani lettori attraverso le tue storie?

I temi sono semplici e diretti: l’amicizia, intesa come philia greca, quindi quel sentimento puro e incondizionato, più forte dell’amore in quanto originariamente spontaneo. La philia crea la forza del gruppo, molto più potente della somma delle singole unità che lo compongono.

E poi l’amore fraterno, quello che Ema ha per il suo fratellino Leo Panzer, la purezza di cuore che permette ad Otello di aver accesso all’oggetto magico (…solo i puri di cuore…) l’inclusione, rappresentata da Karim, un ragazzo egiziano di rare virtù, la parità di genere, rappresentata da Micol, una ragazza senza paura, acuta e chiave indispensabile per la buona riuscita delle avventure.

Non ultimo Eric Soul, scrittore e personaggio della storia, anche lui diabetico, che rappresenta l’interazione tra generazioni, vissuta alla pari e senza invasione degli spazi.

E poi lui, Ema FoL, Full of Life, che incarna tutte le caratteristiche dei personaggi, lasciando però ad ognuno di loro il diritto di primato su ogni singola rappresentazione. Quindi Ema ha un passo generalista, ma sempre orientato alla giustizia e all’equità, ed è quindi il perfetto collante per tutti i personaggi delle storie.

Come si differenziano i suoi libri in termini di liste e contenuto?

Questi dieci romanzi sono stati scritti in tre anni. Nel mentre i protagonisti sono cresciuti, passando, nel caso di Ema e dei suoi amici, da 11 a 14 anni. Le differenze tra queste due età, soprattutto per i maschietti, sono incredibili. A 14 anni un ragazzo è quasi un uomo, mentre ad 11 è totalmente un bambino.

E così mi sono avventurato nel complesso esercizio di modificare il tono letterario, adattando il linguaggio per ogni singolo episodio e cercando di farlo evolvere, commisurandolo alla presunta età del lettore.

È stata una delle cose più complicate che io abbia mai provato e non nascondo che, dopo aver concluso uno degli episodi, per un certo tempo ho un modo di interfacciarmi con il mondo che mi circonda, un po’ troppo semplificato, e devo spesso forzarmi per tornare ad un linguaggio adulto che, talvolta, smarrisco.

Quali sono le tue tecniche preferite per mantenere l’attenzione dei giovani lettori e tenerli coinvolti nella trama?

La tecnica del discorso diretto, a quell’età, è la migliore soluzione per guidare il lettore. Il dialogo però non deve essere un monologo o, come direbbero gli inglesi, un talking head (una testa parlante), perché mancherebbe di interazione. Il dialogo deve restare vivo e arricchirsi di gestualità, di cose che succedono nel mentre, e di ampie descrizioni briose, mai nostalgiche o malinconiche.

Va compreso che i ragazzi middle grade o young adult sono pura energia, e lo scrittore deve assecondarne il brio e la ricerca di risposte.

Come bilancia l’educazione e l’intrattenimento nei suoi libri?

La forza di una narrativa a bersaglio rivolta ai ragazzi, è che sia in grado di veicolare concetti noti e, nello stesso tempo, puntare a concetti evoluti ma raggiungibili. I nostri ragazzi hanno la necessità di comprendere la storia ma anche di trovare paroline e nozioni che non conoscono, e che possano andare a scoprire, assorbendole immediatamente nel proprio vocabolario.

Confort e stimolo continuo sono i modi giusti, secondo me, per raggiungere il lettore.

Talvolta mi viene in mente Karl Marx, che diceva pressappoco: “…attaccare il capitalismo con i mezzi del capitalismo”. Sicuramente era un concetto estremo, ma rende in qualche modo l’idea del veicolo confortevole, che conduce verso nuovi orizzonti letterari e umani.

Ha mai ricevuto feedback dai giovani lettori della sua saga?

Accidenti si, ed è stato pazzesco. Il primo feedback assurdo mi è stato donato da Ema e Leo, i miei ragazzi, nonché protagonisti delle storie. Questa è stata un’esperienza ricca, che mi ha permesso di aggiustare il tiro e di comprendere ulteriormente il metodo per rappresentare senza disturbare.

I miei ragazzi mi hanno regalato quella sobrietà letteraria, che è diventata una delle chiavi di successo della saga.

E poi ancora molti lettori ci scrivono e, ogni tanto, chiedo ad Ema di rispondere. Questa contaminazione è sempre necessaria perché rende il dialogo attualizzato ed efficace.

La cosa che più mi ha stupito è che molti lettori ci hanno inviato le loro foto in cui posano con il libro, come se fosse un trofeo. Questo stile di comunicazione devo ancora trascodificarlo, ma sicuramente è un buon segno. Mi ha ricordato i bambini che ti mostrano il loro giocattolo preferito e che, in quel momento, costituisce per loro la cosa più importante.

Quali sono i suoi progetti futuri?

Questa serie de le Avventure di Ema Fol, dovrà diventare qualcos’altro. Sicuramente oggi è un caposaldo nella sensibilizzazione alla tematica del diabete e, più in generale, ai temi della resilienza, intesa come capacità di ripartire di fronte alle piccole e alle grandi difficoltà.

Io credo che la lettura sia uno strumento chiave nel raggiungere i nostri ragazzi e non solo, e credo che i temi positivi, che introducono sulla strada del buon senso e dell’amplificazione delle qualità umane, debbano prevalere.

Quindi il mio sogno è che queste avventure diventino una serie televisive e a me, i sogni, piace realizzarli.

Cosa possiamo aspettarci di leggere in futuro?

Il primo obiettivo, ormai dietro l’angolo, è concludere la serie. Probabilmente tornerò alla narrativa per adulti (ho un romanzo in scrittura in cui credo molto) ma, nel mentre, le mie notti si riempiono di personaggi che varrebbe la pena raccontare.

Entro il 2024 prenderà il via una nuova serie che vedrà Ema FoL come personaggio non protagonista, una sorta di grillo parlante per il nuovo Eroe che, giusto per spoilerare un po’, sarà “rotante”.

Potrò scrivere queste avventure se intanto le decine di personaggi che affollano casa mia e che reclamano il loro spazio, smetteranno di esigere di essere raccontati (“…prima io, prima io…”).

Il vero obiettivo sarà di dare loro un ordine, e chiedere la giusta pazienza. Sono certo che ci sarà spazio per tutti.

E ispirandosi al maestro Pirandello e ai suoi sei personaggi in cerca di autore, saprò loro suggerire che, per trovare un autore, un po’ dovranno meritarselo. E quindi pronti, partenza…. Ema FoL!, o forse, presto, qualcos’altro.

Le Avventure di Ema FoL

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