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LA SCRITTRICE FRANCESCA LETIZIA PICCIONE SI RACCONTA

LA SCRITTRICE FRANCESCA LETIZIA PICCIONE SI RACCONTA

Che ruolo hanno i libri nella vita della scrittrice?

Posso dire di essere cresciuta in mezzo ai libri, poiché mia madre faceva l’archivista nella biblioteca della città in cui vivo.

I libri hanno da sempre un’importanza fondamentale nella mia vita, sono stati e sono fedeli compagni di viaggio, saggi maestri ma anche portali verso mondi nuovi e mezzi per poter vivere più vite in una sola.

Quali sono le sue letture preferite ed a quali autori si ispira?

Amo moltissimo leggere, soprattutto gialli e thriller; adoro Agatha Christie, Edgar Allan Poe e il grande Stephen King.

Nei miei romanzi mi ispiro soprattutto a loro e a Edith Wharton, della quale ammiro tantissimo la capacità di mettere a nudo l’animo dei suoi personaggi.

Qual è il legame tra il titolo del libro e il tema delle stanze?

Ognuno di noi ha dentro di sé delle stanze, più o meno dimenticate, occupate dai ricordi e dalle esperienze del nostro vissuto.

Posso dire quindi che nel mio libro “le stanze” sono luoghi segreti dell’anima, ma per accedervi si dovrà necessariamente aprile delle porte…

Come vengono presentati i personaggi principali, in particolare la protagonista Lia, e quali sono le sfide che devono affrontare?

Nel mio libro ho cercato di scavare dentro l’animo dei personaggi, scandagliandone i meandri più nascosti. Noi tutti siamo il frutto del nostro vissuto.

Lia, la protagonista, è una donna misteriosa con un vissuto difficile. Le sue vicende si intrecceranno con quelle di altri personaggi, ma solo quando ella riuscirà a sfidare e a sconfiggere i fantasmi che da sempre popolano le stanze segrete del suo cuore, la vicenda volgerà al termine. 

In che modo la scrittrice usa le parole di Ezio Bosso per introdurre il libro e perché ritiene che si allineino con il suo lavoro?

“Stanze è una parola importante nella vita degli uomini, ma spesso è data per scontata. Eppure nel linguaggio vuol dire tanto…vuol dire persino costruire”. La scoperta del nostro “io” più profondo è importantissima per un’autentica e serena costruzione della nostra esistenza. Lia dovrà andare alla ricerca di ciò che di più inquietante si nasconde nel suo passato per poter finalmente ritornare a guardare e a costruire, nei migliori dei modi possibili, il suo futuro.

Qual è il significato simbolico delle stanze nel contesto del romanzo e come esse riflettono gli stati d’animo dei personaggi?

Nel mio romanzo “le stanze” rappresentano il mondo della negazione e la sfera del dolore. Sono luoghi segreti dell’animo, stanze dalle quali Lia vorrebbe fuggire ma non ci riesce. Soltanto alla fine la donna riuscirà ad avere la forza di affrontare e sconfiggere quei ricordi che tanto la tormentano.

In che modo la storia si sviluppa tra passato e presente, e come questo contribuisce alla comprensione della vita di Lia? 

Lia, fin da bambina, viene turbata da un incubo inquietante e ricorrente che preannuncia sventura.

Tutta la vicenda si sviluppa tra passato e presente, tra aspettative e incubi, tra odio e passione, tra sentimenti tra loro contrapposti. Nelle stanze dimenticate, come in un viaggio ricco di emozioni, si ripercorre una vita, la vita della protagonista.

Qual è il ruolo della violenza nel contesto familiare della protagonista e come influenza la sua crescita?

Nel mio romanzo “le stanze” sono luoghi da ricordare, aprire e percorrere. 

Lia, sul punto di morire, ripercorre la sua vita, un’esistenza in cui la violenza è contrapposta all’amore. Ma sarà proprio l’amore per la vita stessa a sostenere la protagonista che, con spirito indomito, non si farà sopraffare né dalla violenza né dalle molteplici vicissitudini che hanno influenzato negativamente la sua crescita.

In che modo contribuisce a rendere credibili le dinamiche del romanzo?

Le dinamiche del romanzo sono complesse e credibili grazie anche al fatto che è basato su fatti realmente accaduti; è un romanzo nel quale realtà e fantasia si intrecciano indissolubilmente.

Qual è il ruolo della figura del marito di Lia e del professore Salvo Foscari nella trama?

Tra i personaggi, il marito di Lia, Gianni, occupa un ruolo marginale, a differenza del Professore Salvo Foscari, con il quale Lia in passato ha avuto un intenso incontro d’amore.

In che modo la metafora della stanza personale, citata dalla scrittrice Virginia Woolf, si applica al contesto del libro?

Per Virginia Woolf era fondamentale per la donna del suo tempo “avere una stanza tutta per sé”, metafora questa che sottolinea l’importanza per tutti, non solo per le donne, di avere sempre uno spazio proprio, spazio necessario per coltivare se stessi, in totale autonomia e libertà, spazio fondamentale per la ricerca del proprio io più autentico. Credo infatti che solo attraverso la giusta conoscenza di noi stessi possiamo arrivare veramente a crescere e a realizzarci nel più giusto dei modi.

Come utilizza i colori bianco, rosso, verde e nero per descrivere il tono emotivo del romanzo?

Se dovessi descrivere il mio romanzo con dei colori userei il bianco per la purezza della bambina, il rosso per la passione che impregna ogni parola, il verde per quella nota stonata di violenza che permea il libro, il nero per l’oscurità che Lia vive nel presente, ma che ha vissuto anche nel passato. 

Qual è l’importanza della luce nella narrazione e come questa si lega al finale lasciato in sospeso dall’autrice?

Sarà la luce a farsi strada nel groviglio di questa appassionante e dolorosa vicenda. Rimarrà la luce a sostenere il finale, volutamente lasciato in sospeso, la luce che rappresenta l’amore che sempre alla fine vince sulle tenebre

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