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L’ARTE DELLA NARRAZIONE NEL LIBRO DI ANDREA PARAFIORITI” COME LA MEMORIA DEL PESCE ROSSO”

L’ARTE DELLA NARRAZIONE NEL LIBRO DI ANDREA PARAFIORITI” COME LA MEMORIA DEL PESCE ROSSO”

Nel libro “Come la memoria del pesce rosso” lo scrittore Andrea Parafioriti, ci pone dinanzi ad un libro di cambiamento, un viaggio nel passato che diventa presente che si trasforma, svuotando il personaggio delle sue incertezze, rendendolo un uomo migliore. Proprio attraverso la storia di Massenzio, uomo colmo di certezze destinate a crollare, ci porta nel profondo della nostra epoca, tra una pandemia e la crisi archetipica dell’uomo che mai si è messo in discussione.

Al dunque, soccombere o rinascere. Parafioriti disegna una parabola nitida e memorabile, di grande impatto linguistico ed emotivo.

Massenzio. Un uomo dei giorni nostri, figlio di Maria Torre e nipote di Nicolò Torre, uno dei tanti siciliani emigrati agli inizi del Novecento, salpati dall’isola per cercare fortuna in America.

Quando Nicolò emigra è poco più che un ragazzino, è il 1900. Arriva a Ellis Island, ed è uno dei tanti immigrati che l’America bianca e puritana accetta molto malvolentieri…

La storia di Massenzio si dipana attraverso i luoghi comuni che ammantano questo personaggio, che lo fanno sentire al sicuro, che gli danno anche la forza che diversamente non avrebbe. Alcuni eventi lo portano a doversi confrontare sempre più spesso con la madre anziana, nel contesto di un’Italia che si dibatte tra le rigide norme della prima chiusura sociale (per il virus cinese, che qui non appare mai, ma è lo sfondo di qualcosa di vissuto) e le abitudini del “sì, vabbè, però”, della regola ad personam.  Il confronto con la madre diventa il confronto con sé stesso, e quindi a un lento ma inesorabile dipanarsi della nebbia che lo avvolge.

Le lettere del nonno sono il vento che dirada la nebbia di Massenzio.

La nostra storia si svolge principalmente a Roma, mentre i ricordi del passato e la circolarità degli eventi hanno un principio e un completamento in Sicilia, a Messina.

Il paradosso, il contrappasso, per Massenzio è scoprire di essere diretto discendente di un emigrante, e ciò fa vacillare tutte le sue convinzioni pregiudizievoli e precostituite. Cose e fatti e passato non troppo lontano che Massenzio ha voluto seppellire, che facciamo finta di non ricordare. Come la memoria del pesce rosso, gli dirà Chrjstina, che continua a girare in tondo nella sua boccia di vetro e non impazzisce perché “dimentica” immediatamente ciò che ha appena vissuto.

Sarà un lento e progressivo cambiamento, interiore e esteriore, che lo porta a una redenzione sociale verso molti attorno a lui, in primis la madre, e verso sé stesso.

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