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PAROLE D’AUTORE: INTERVISTA AD ALESSANDRO ANGELELLI

PAROLE D’AUTORE: INTERVISTA AD ALESSANDRO ANGELELLI

Qual è stata la tua principale fonte di ispirazione per scrivere “Attraverso i miei occhi”?

Cerco di prendere ispirazione da tutto ciò che mi circonda. Il mio modo di raccontare in versi è molto basato sul descrivere le immagini che mi arrivano, siano esse istantanee di un lontano passato, siano pure persone, situazioni o paesaggi che mi si presentano nel quotidiano. In quegli attimi, se sono colpito da tali immagini, non posso fare a meno di scriverne. È anche per questo mio modo di poetare che la mia seconda silloge ha preso il titolo di “Attraverso i miei occhi”.

Come hai integrato le tue esperienze personali e il tuo background nel teatro nella creazione di questa raccolta di poesie?

Il teatro ha svolto un ruolo fondamentale nella mia crescita come persona e come artista. Affrontare per tanti anni i miei limiti, salendo su un palco, presentandomi davanti al pubblico, ha fatto sì che divenissi una persona più consapevole e sensibile. È un bagaglio importante quello che ho perfezionato in oltre trent’anni di spettacoli che mi ha portato a poter affrontare la scrittura in maniera matura. Nel mio libro troverete una poesia su quello che vuol dire, per me, recitare. Si chiama “La Contraddizione”, spero vi piacerà.

Qual è il significato del termine “Heimat” per te e come si riflette nella tua opera poetica?

Heimat nei paesi lingua germanica è un termine molto diffuso che può essere considerato un vero e proprio approccio alla vita. Per i tedeschi, Heimat è il luogo dell’anima, per lo più un luogo fisico, il paese natio. Nel mio approccio di scrittura, Heimat è un luogo-non-luogo che raccoglie le immagini, gli istanti importanti che compongono la nostra vita. Cerco di raccontare quelle tessere di puzzle che definiscono la nostra esistenza per far sì che chi legge le mie poesie possa beneficiarne e partire per un suo viaggio di consapevolezza; un viaggio catartico che parte dalla poesia e mira a (ri)definire gli uomini e le donne che siamo.

Come hai vissuto il processo di trasformazione personale attraverso la poesia dopo la perdita di tua madre?

La perdita di mia madre è stato un momento di svolta della mia vita e tra l’altro ha coinciso con un altrettanto importante cambiamento professionale che ho dovuto affrontare mio malgrado. È stato un periodo difficile che mi ha costretto a fronteggiare quei fantasmi ma, allo stesso tempo, come spesso succede, mi ha aiutato a comprendere meglio alcune priorità della vita. Scrivere mi ha aiutato ad elaborare il lutto, a ridefinire quello che è stato il mio rapporto con lei, ad apprezzare maggiormente ciò che ha fatto per la nostra famiglia. Penso spesso a mio madre, come ricordo di frequente mio padre, scomparso anni prima e per il quale ho composto la mia prima poesia che, tra l’altro, potrete leggere nella mia silloge; si intitola “Addio a un padre”.

In che modo vedi la poesia come strumento di guarigione e connessione con gli altri?

Scrivere, ma anche leggere poesie, aiuta a intraprendere quel viaggio verso la consapevolezza di sé stessi che può lenire, a volte guarire alcune ferite profonde. Per tale ragione amo questa forma d’arte, me ne nutro quotidianamente e per questo invito le persone a ritagliarsi qualche minuto, ogni giorno, per raccogliersi, rallentare e leggere un bel libro di poesie. I momenti di condivisione con gli altri sono, poi, i più preziosi. Per questa ragione organizzo spesso eventi di lettura di poesie con Gruppi di Lettura o associazioni culturali, oltre che incontrare i miei lettori durante presentazioni in librerie e biblioteche.

Qual è il ruolo della bellezza e della verità nella tua concezione della poesia?

Dico spesso che “La bellezza è ovunque”, credo profondamente in questo. Io scrivo di bellezza, vero motore della nostra vita che spesso non riusciamo a riconoscere nelle piccole cose. Provo a farlo descrivendola nelle mie poesie. Rispetto alla “verità”, la identifico spesso nella dolce crudezza della vita che ci mette davanti ad alcune scelte. Ne è piena la nostra esistenza, a volte può farci male, ma è necessaria per poter affrontare il quotidiano.

Puoi condividere un momento particolarmente significativo o toccante durante il processo di scrittura di questo libro?

Torno a quella che è stata la mia prima poesia, quella che scrissi pochi giorni prima della scomparsa di mio padre. Quando lavoravo alla stesura di “Attraverso i miei occhi” mi rendevo conto che mancava qualcosa e un giorno ho realizzato che quei versi non li avevo mai pubblicati, erano rimasti qualcosa di intimo, di mio. Ho sentito che raccontare il coraggio di mio padre, condensato nella sua ultima frase prima di spirare, potesse raccontare ancora meglio il coraggio che bisogna avere per vivere serenamente ogni giorno; mio padre mi sussurrò ad un orecchio “Finché posso ci provo, figlio mio, finché posso ci provo”, una frase di una potenza e coraggio che, fino a quel momento, non sapevo permeasse mio papà.

Come hai selezionato le poesie da includere nella raccolta e quale criterio hai seguito?

Le ho selezionate tra le tante scritte negli ultimi anni, scegliendo quelle che meglio rappresentassero il viaggio catartico, di crescita del quale vi ho parlato in precedenza. Ognuna delle poesie che leggerete in “Attraverso i miei occhi” rappresenta una “Polaroid” ben precisa che ho voluto descrivere e raccontare ai miei lettori.

Qual è il tuo rapporto con la prefazione scritta da Michela Tanfoglio e in che modo ritieni che abbia contribuito a enfatizzare il messaggio del tuo libro?

Michela Tanfoglio oltre che essere la mia agente letteraria è un’amica e una persona che stimo profondamente; è una scrittrice ed editor bravissima oltre che un’amante della poesia. Le ho chiesto di scrivere quella prefazione e mentre lo facevo, proprio per l’ammirazione e il rispetto che ho per lei, ero anche un po’ titubante perché non sapevo quale potesse essere il giudizio che avrebbe dato della mia opera. Non vi nascondo che, quando ho letto le sue parole, mi sono commosso… Michela ha compreso in pieno ciò che sono e ciò che scrivo e lo ha descritto con parole che per me sono indimenticabili.

Cosa ti ha spinto a candidare “Attraverso i miei occhi” per il Premio Strega Poesia 2024 e quali aspettative hai per questa partecipazione?

È stata una decisione presa di concerto con il mio editore, La Corte Editore, che ha creduto fortemente in “Attraverso i miei occhi” tanto da farne il primo libro della sua nuova collana di poesia che si chiama “Le Finestre”. Il mio libro è stato quindi proposto allo Strega Poesia e, anche se non ha passato la selezione per accedere alla rosa ristretta dei primi dodici, questa candidatura ha rappresentato un riconoscimento importantissimo per la mia carriera di scrittore.

Come definiresti il tuo stile poetico e quali autori o movimenti letterari ti hanno influenzato maggiormente?

Scrivo in versi liberi e ho una predilezione, come ho detto in precedenza, per il raccontare poesie nelle quali la componente visuale è importante. Tra gli autori che maggiormente mi hanno influenzato, non posso che citare Giorgio Caproni, i francesi Rimbaud e Baudelaire e anche, tra i contemporanei, Charles Bukowski e Wislawa Szymborska

Qual è il messaggio principale che vorresti che i lettori ricevessero dalla tua raccolta di poesie?

Vorrei che i miei lettori percepissero quanto possa essere catartico leggere poesie. Partire da ciò che scrivo per poi intraprendere il proprio viaggio personale verso Heimat, il luogo-non-luogo della propria anima.

Dove è possibile sul web seguire il tuo lavoro artistico?

Sono presente sui principali social, su Instagram (https://ift.tt/WbFRNwl) , dove troverete tante poesie e foto (un’altra delle mie passioni), su Facebook  (https:|//https://ift.tt/TV8LU4l) e su tiktok (https://www.tiktok.com/@aleangelelli) dove potrete trovare un canale dedicato alle audiopoesie.

Dove è possibile acquistare “Attraverso i miei occhi”?

“Attraverso i miei occhi” è disponibile nelle librerie e in tutti gli store digitali, da Amazon, a Ibs/Feltrinelli, Mondadori e altri ancora.

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