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PAROLE D’AUTORE: INTERVISTA ALLA SCRITTRICE VERONICA LIBERALE

PAROLE D’AUTORE: INTERVISTA ALLA SCRITTRICE VERONICA LIBERALE

Qual è stata l’ispirazione dietro la creazione del Regno della Fantasia e dei suoi personaggi incantevoli?

L’ispirazione nasce da molto lontano, dal mio incontro in età scolare con Gianni Rodari (incontro in senso figurato). Avevo una maestra elementare per la quale Gianni Rodari era una materia scolastica vera e propria: tra le ore di italiano, matematica, storia e geografia c’era l’ora “Il signor Gianni e le sue storie”. Non devo certo presentare questo grande intellettuale del Novecento, perché tutti sappiamo quanto la scuola e i bambini (ma anche i grandi) debbano a lui. Leggere le storie di colui che, con una filastrocca riusciva a smuovere le coscienze di noi bambini, e il suo modo di stuzzicare l’immaginazione e la fantasia del lettore, mi ha portato giovanissima a cercare e inventare storie a mia volta. Da quel giorno non ho mai smesso di farlo (tra l’altro nel mio romanzo Gianni Rodari compare a un certo punto del libro, come gestore di una locanda, in un momento chiave della storia. Un piccolo omaggio al mio “mentore”)

Come hai sviluppato il carattere di Carlona, una principessa senza favola, e quali messaggi volevi trasmettere attraverso il suo viaggio?

Carlona nella mia testa doveva essere una principessa sui generis, paragonata a quelle classiche con cui sono cresciuta, a partire dall’aspetto, goffo e poco attraente. Una principessa in cerca di favola che sogna di diventare famosa e che vede nella gloria e nella fama i suoi obiettivi, ma che scopre nel suo viaggio altri valori ben più profondi, mi sembrava un bel messaggio, soprattutto in quest’epoca dominata dall’immagine. Attraversiamo un momento storico, in cui tutti giocano per conto proprio e cercano di dare, attraverso i social, un’immagine di sé stessi, vincente a tutti i costi. Carlona, in cerca di gloria e di “favola” capisce, invece, che solo decentrandosi da sé stessa e aprendosi agli altri si può diventare i veri protagonisti.  

Qual è il significato simbolico di personaggi come Mamma Oca, la strega malvagia e lo sciacallo all’interno della narrazione?

All’interno della storia personaggi noti dell’immaginario collettivo si alternano a personaggi nuovi. E così Mamma Oca, diventa la custode di tutte le storie che sono state scritte dai Favolanti (Cercatori di Favole che da Mondo Reale riescono, attraversando il Mare dell’Immaginazione a giungere nel Libero Stato della Fantasia, ogni volta che una Favola Nasce) Eh sì! Perché esiste un ponte tra il Mondo Reale e quello Fantastico e guai a farlo crollare. Un mondo senza fantasia non si può neanche immaginareJ

I cattivi come la strega Megera o lo Sciacallo nascondono luci e ombre e Megera, in particolare da antagonista diventa la chiave per sciogliere tanti misteri, che non posso però svelare, per ovvi motivi.

Come hai bilanciato il tema dell’aspettativa immediata con quello della pazienza e della perseveranza nel libro?

Carlona è viziata, vuole tutto e subito. Ha deciso che deve diventare la protagonista di una favola e non può aspettare. Ma le favole per nascere hanno bisogno di pazienza e perseveranza o forse solo del momento giusto. Carlona lo capirà a sue spese dopo un misterioso e movimentato viaggio all’interno del Libero Stato della Fantasia.

Qual è stata la parte più gratificante di scrivere questa storia e quali sfide hai incontrato lungo il percorso?

Sicuramente i riscontri dei lettori, soprattutto degli adulti che si sono catapultati nella storia e hanno colto appieno i significati dietro ogni immagine o dialogo. Le sfide sono state tante, scrivere un romanzo è un grande impegno, ci sono stati momenti in cui mi sono persa come in un labirinto di parole e pagine per cercare di dare un senso al tutto, chiudere le finestre narrative, inquadrare tutti i personaggi, salvare Carlona sommersa dai fogli da tenere e quelli da scartare … alla fine ho trovato l’uscita ed è stata una soddisfazione unica.

Come hai strutturato il mondo delle favole all’interno del tuo libro e quali elementi hai aggiunto per renderlo unico e coinvolgente?

Il mondo delle favole o meglio delle Favole Pubblicamente Riconosciute, è una sorta di zona chiusa e preservata, come una specie di riserva naturale, curata dai grandi mentori delle storie famose, maghi, fate, geni e adorabili mattacchioni formano uno straordinario Consiglio dei Custodi delle Favole. Il meccanismo è questo: ogni volta che nel Libero Stato della Fantasia nasce una nuova favola, un cantastorie canta le gesta dei suoi protagonisti. Questa melodia travalica i confini del Libero Stato della Fantasia e giunge a Mondo Reale. Qui solo i Favolanti (cercatori di favole) esseri umani dotati di un’immaginazione particolare riescono a sentirla e facendosi guidare dai cantastorie, giungono al Mare dell’Immaginazione, lo attraversano fino ad arrivare all’Isola di Indaba, detta anche Isola dei Favolanti.

Qui, nella Taverna “Da Gianni, passami l’olio e la penna”, i protagonisti della favola appena nata raccontano ai Favolanti la loro storia e le loro avventure. I Favolanti tornano poi a Mondo Reale e scrivono tutto quello che hanno sentito.

Molti favolanti tornano sull’isola ogni qual volta risentono le melodie dei Cantastorie (Gianni, il gestore della locanda ed ex Favolante, dice che ci sono. Favolanti che vengono ogni mese e quelli che non si fanno vedere per anni… una signora favolante di Edimburgo è giunta in taverna per ben sette volte ed ogni volta si è incontrata sempre con il solito ragazzo, un mago occhialuto coi capelli ribelliJ)

Quali valori e temi volevi trasmettere ai giovani lettori attraverso le avventure di Carlona e Poz?

Trovare il proprio posto nel mondo è un istinto primitivo e ognuno di noi vuole realizzare i propri sogni e sentirsi all’altezza di essi, ma è importante anche capire che si è unici e che ognuno può esprimersi attraverso il suo modo e i suoi tempi. La vita è un’avventura bellissima con tanti ostacoli, l’amicizia, il rispetto per gli altri e per sé stessi ci aiutano a vedere gli ostacoli, sempre e comunque sormontabili.

C’è un personaggio o un momento specifico nel libro che ti è particolarmente caro? Perché?  

L’immensa libreria segreta di Mamma Oca che custodisce le storie di ogni epoca e genere dalle più note, alle sconosciute passando per quelle dimenticate   è l’emblema della mia passione per i libri: un tesoro da custodire, scoprire, fatto di infinite storie, ognuna per ogni momento della vita.

Come hai gestito il rapporto tra Carlona e Poz, due personaggi con background e obiettivi diversi, durante il loro viaggio?  

Poz è un mago adolescente, ultimo discendente di un’illustre famiglia di maghi, che non si sente all’altezza dei suoi parenti. La diversità con la principessina c’è, a partire dall’età, Carlona ha nove anni, Poz ne ha 15. Anche la loro provenienza e le loro esperienze sono diverse: Carlona è cresciuta nel minuscolo regno di Carlonia, negli agii e nella bambagia, Poz è scappato di casa e uno degli uomini più pericolosi del Libero Stato della Fantasia gli sta dando la caccia. Entrambi però hanno un obiettivo: trovare il loro posto nel mondo. All’inizio –finiti per sbaglio in un Bosco Labirinto- con insidie che ricordano un po’ le insidie della nostra moderna rete- sono costretti a stare insieme ma le esperienze uniche che il viaggio gli riserva, renderà unico il loro legame.

Hai qualche rituale o abitudine particolare durante il processo di scrittura che ti ha aiutato a creare questo libro?

Prima di scrivere mi piace camminare. E’ un’attività che adoro e mi permette di scaricare le tensioni, pensare e riordinare e farmi venire idee. Io scrivo anche commedie per il teatro e devo dire che alcune storie mi sono balenate in testa, camminando.

Qual è il messaggio principale che speravi i lettori avrebbero tratto dalla storia di Carlona e Poz?

Abbiamo bisogno di coltivare ogni giorno la nostra fantasia e la nostra immaginazione. Senza immaginazione non andremo da nessuna parte. Il processo creativo aiuta a reinventarci quotidianamente e a immaginare un mondo migliore e magari rischiare un giorno di realizzarlo.

C’è una lezione personale che hai imparato durante la stesura di questo libro che ti ha sorpreso o ispirato? Le lezioni migliori le ho avuta dalla mia editor Marina Atzeni che mi ha dato preziosi consigli, di cui sto cercando di far tesoro in vista dei miei prossimi lavori.

Dove è possibile seguire il tuo lavoro di scrittrice sul web?

Sui social, ho una mia pagina f.b. e instagram dove tengo al corrente i miei contatti del mio lavoro come scrittrice e come drammaturga.

Progetti per il futuro?

Sono in dirittura d’arrivo con il mio prossimo lavoro dal titolo “L’abito della vita”, un romanzo breve sull’eterna dicotomia tra l’essere e l’apparire. Una storia divertente e poetica che ha una protagonista un po’ particolare: Marisa, un modesto e sobrio, almeno all’apparenza, capo di sartoria.

Poi naturalmente nel cassetto c’è sempre Carlona, che infondo ha solo nove anni e tanta voglia di vivere nuove avventure e rivedere il suo Poz.

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