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QUALCHE DOMANDA CON LA SCRITTRICE ELENA GENCO

QUALCHE DOMANDA CON LA SCRITTRICE ELENA GENCO

Come è nata l’idea di scrivere una dilogia incentrata su Napoli e quali aspetti di questa città ti hanno ispirato di più?
“Fin da ragazzina, ho sempre avuto un’attrazione per Napoli. Allora non la conoscevo nemmeno, ma la mia passione per la musica napoletana mi teneva legata a questa città. La musica di Pino Daniele è da sempre quella che amo.
Successivamente, ho conosciuto la storia di Sarah e Diego: un incontro che mi ha incantata e che ha fatto nascere in me il desiderio di scrivere un romanzo, e di non fermarmi quindi al solo mondo del giornalismo.
La mia passione per Napoli è stata spesso criticata perché, da cittadina del nord Italia, mi capita ancora di sentire Napoli vittima di pregiudizi. Ed ecco che nasce l’idea di unire una storia d’amore al mio bisogno di difendere una città tutt’oggi non compresa del tutto.”

In che modo hai approfondito la cultura e le tradizioni napoletane per rendere la tua narrazione autentica e dettagliata?
” Frequentandola e studiando la sua storia. Le leggende mi affascinano e Napoli ne ha tantissime, soprattutto che ruotano sull’amore eterno.”

Quali sono state le tue fonti di ispirazione per creare i personaggi di Sarah e Diego? Sono basati su persone reali?
“I personaggi esistono realmente. Ho conosciuto il loro percorso di vita e approfondito i loro sentimenti.”

La storia tra Sarah e Diego è descritta come “segnata dal destino”. Credi nel destino nell’amore nella vita reale, e questo credo ha influenzato la tua scrittura?
“Credo al fatto che se due anime sono destinate, prima o poi si incontreranno.
Potrei raccontare tantissime storie a riguardo. Indipendentemente da tutte le scelte che facciamo nella vita, da quell’incontro non possiamo scappare. Quindi, credo che la mia risposta sia sì: credo nel dtino.”

Quali tecniche narrative hai utilizzato per differenziare lo stile di scrittura tra il primo volume, descritto come “giovanile”, e il secondo, “più maturo”?
“Nel primo, i due protagonisti hanno 17 anni lui e 21 lei. Per raccontare la loro giovane età, ho ripensato ai miei vent’anni e scritto l’amore per come lo vedevo allora. Per tutto il tempo della stesura non ho avuto la mia di età, ma tanti anni in meno. E così ho mantenuto un gergo più ingenuo.
La storia stessa tra Sarah e Diego, le scelte fatte e le vicende che la caratterizzano, dimostrano l’inesperienza dei protagonisti.
Nel secondo, invece, mi è bastato raccontare con la maturità di oggi.”

Potresti parlare del processo di sviluppo del personaggio di Sarah, dalla sua insoddisfazione iniziale fino alla sua evoluzione durante il romanzo?
” Sarah si è sempre sentita legata agli Stati Uniti, dove è nata. I nonni vivono lì, i suoi amici migliori pure e…anche il suo ragazzo, con il quale vive una storia a distanza. Ma vive a Torino perché sua madre è italiana e suo padre decise di realizzare il suo sogno di vivere in Italia.
Tutto le sta stretto e, ancor di più, fare una vacanza in un luogo che ha sempre sentito denigrare. La sua evoluzione inizia appena arriva a Napoli, perché da subito nota una cordialità inaspettata da parte della gente. Poi, per lei, tutto cambierà il giorno del suo compleanno durante una visita alla città di Pompei…”

Come hai affrontato il tema dei pregiudizi nei confronti di Napoli nel tuo libro e quali messaggi volevi trasmettere ai tuoi lettori a riguardo?
” Soprattutto nel primo, cerco di fare arrivare il messaggio ai giovanissimi, grazie proprio ad un linguaggio più adatto.
Il tema l’ho affrontato come una persona che ha conosciuto questo genere di pregiudizi e che ha avuto la possibilità di sfatarli attraverso due romanzi. 
Ho scritto con la speranza che le mie parole, da torinese e senza origini napoletane , possano avere maggiore rilevanza e che convincano il lettore a visitare Napoli, lasciando però a casa l’ostilità.”

Il punto di vista di Diego diventa più centrale nel corso della narrazione. Quali sono state le sfide e le soddisfazioni nel scrivere dal punto di vista maschile?
“Nella storia non parlo solo di pregiudizi su Napoli, ma anche dei luoghi comuni nei confronti degli uomini quando si parla di amore. L’uomo viene spesso indicato come quello che sa amare sempre un po’ meno rispetto alla donna. Un concetto che mi trova in totale disaccordo. Così ho deciso di dare voce a Diego e, attraverso di lui, a tutti i ragazzi innamorati.
Questa è stata davvero una sfida per me e la paura di fallire è stata tanta. Immagina la figuraccia, se avessi scritto fregnacce…
Ma la soddisfazione più grande è stata il sentirmi dire proprio dal lettore “Ma come ci sei riuscita a capirci così bene?”.
Insomma…ci tenevo, ho corso il rischio ed ora sono contenta di averlo fatto.”

La storia è descritta come un viaggio che spinge a credere nell’amore e ad avere il coraggio di osare. Qual è stata la tua esperienza personale con questi temi?
“Mi è capitato di non osare, di non avere avuto il coraggio di fare quel passo in più. Forse a causa dell’immaturità. Cosa ne rimane? Una domanda senza risposta.”

Quali sono state le reazioni più significative o sorprendenti dei lettori ai tuoi romanzi?
“Sicuramente il desiderio di visitare Napoli. So di alcuni che ci sono andati subito dopo averli letti. Ma anche i tanti ringraziamenti da parte dei napoletani, che si sono sentiti amati.
E poi i video recensione dei lettori che si sono appassionati alla storia. Infatti, è anche nata la curiosità di sapere chi sia realmente Diego, amato particolarmente dalle lettrici, che ha scatenato una “caccia” per scoprirne l’identità.”

Hai in programma di scrivere altri romanzi ambientati a Napoli o esplorare altre città italiane con lo stesso approccio narrativo?
“Il terzo romanzo, in uscita a breve, sarà uno spin-off del secondo volume della dilogia, e sempre ambientato a Napoli. Faccio davvero fatica a staccarmi da questa città! Ma come nella dilogia, toccherò altri luoghi italiani e non, sempre aggiungendo la parte culturale e leggendaria. “In “Tu sei oltre”, ho raccontato anche di Torino e città della Toscana; in “Tu non sei le altre”, Sicilia, Stati Uniti e Irlanda. Nel terzo romanzo, ci sarà Venezia.”

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